Dottoressa ho sognato … acqua di rose

Acqua di rose

Sono in un appartamento abbastanza buio con un po’ di gente che va e che viene. Potrebbe essere casa mia o un ufficio. Tra le persone presenti riconosco mia madre e un amico medico. Decidiamo di uscire a pranzo e mia madre ci comunica che non se la sente di venire perché ha male ad un braccio. Solleva la manica e ci mostra che all’altezza del gomito ha un grosso rigonfiamento violaceo. Sono preoccupata. L’amico medico prende in mano la situazione, mostrando di sapere il fatto suo. E questo mi tranquillizza. Suggerisce di preparare una tisana, facendo bollire petali di rose rosse in acqua.

Cambio di scena

Usciamo a pranzo. Sono seduta al tavolo di una trattoria affollatissima, spalla contro spalla con altri avventori. La situazione è abbastanza fastidiosa. A un certo punto, mi sento libera di sollevare la gamba destra, notando che intorno alla caviglia si è formato un manicotto violaceo, dello stesso colore del bozzo di mia madre. Sembra un lavoro all’uncinetto stampato sulla pelle: i punti sono giganti e in rilievo. Decido autonomamente che posso curarmi con l’acqua di rose. E poiché devo mettere a bollire l’acqua della pasta, già che ci sono, ci butto dentro anche i petali, così preparo in un colpo solo la tisana e la pasta.

Pillole di teoria

PS: indicherò con S il sognatore.

Il sogno sembra evidenziare due situazioni contrapposte. Nella prima, che si svolge in un luogo familiare, c’è un problema, il braccio gonfio della madre, che S non è in grado di risolvere. Deve chiedere aiuto a un amico medico. Il quale suggerisce un rimedio “all’acqua di rose”. Letteralmente l’espressione “all’acqua di rose”, rimanda alla leggerezza. Il sogno precisa inoltre che si tratta di rose rosse che, nell’immaginario collettivo, rimandano all’amore, alla passione. Nella seconda scena, invece, nonostante si trovi in un luogo pubblico, S si sente più libero. Solleva la gamba, osserva ciò che è successo alla caviglia e, senza scomporsi minimamente, trova da sé la soluzione al problema: acqua di rose, naturalmente! Considerato che le braccia implicano la presa, mentre le gambe la possibilità di movimento, qui abbiamo un braccio bloccato dal gonfiore e una gamba libera di muoversi, nonostante lo strano manicotto alla caviglia. Considerato inoltre che ogni personaggio del sogno è una nostra parte, S nella prima scena non si sente libero. C’è qualcosa che lo blocca: il suo braccio non può afferrare. Si tratta di una situazione già sperimentata, infatti il sogno parla di un ambiente familiare. Forse è un momento di impasse, in cui S non riesce ad ottenere ciò che vuole. Tuttavia il sogno sembra dire: quando c’è qualcosa che ti blocca e non dipende da te, usa la leggerezza, occupati di altro. Coltiva altre passioni. Nella seconda situazione, invece, S si muove con più disinvoltura: prende una pentola per fare bollire l’acqua della pasta, anche se è al ristorante. Riscontra un problema alla caviglia e lo affronta con naturalezza, senza richiedere interventi esterni. S è sempre S. Come mai a volte è padrone della situazione e a volte no? Eppure il sogno suggerisce che ha tutti gli strumenti in regola per affrontare le difficoltà: si muove disinvoltamente anche in un ambiente non familiare. Forse S a volte deve solo dirsi: “Ha da passà ‘a nuttata” e attendere tempi migliori, dedicandosi ad altro.



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